Quel giorno era un bel giorno, avrò avuto all’incirca otto anni e mi era stato comunicato che saremmo partiti per Hyerès, un posto in Francia dal nome un po’ particolare, insieme a dei nostri cari amici. Ero contenta, mi sono sempre piaciuti i viaggi in posti nuovi, e poi se c’era il mare andava bene tutto. Non sapevo bene cosa aspettarmi forse divertimento, forse noia per via della compagnia adulta e del solo ragazzino poco più grande di me all’epoca non molto gradito; era un misto di felicità e titubanza.
Dopo il lunghissimo e noiosissimo viaggio durato quattro ore, che allora parevano dieci, arrivammo in questo campeggio dove ad accoglierci c’erano degli strani signori che parlavo una lingua per me incomprensibile, poi rivelatasi il francese; ci diedero le chiavi del cosiddetto “bungalow”, una piccola casetta su ruote con due stanze, una cucina e un bagno.Ognuna delle nostre due famiglie prese un bungalow, un po’ per privacy e un po’ per il fatto che stare in sei in quella casetta era davvero improponibile. Una volta sistemati i bagagli, ricordo un momento in cui io e mia madre dovemmo fare il noiosissimo inventario, contando tutti i piatti e le posate; finalmente, una volta finita quell’impresa titanica potemmo andare in spiaggia, ma non come i comuni mortali con l’asciugamano e i giochi da spiaggia, ma con le tavole e le vele.
Da bravi windsurfisti quali eravamo, e tutt’ora siamo, dovevamo farci assolutamente riconoscere. All’epoca non facevo ancora windsurf, in certa parte per paura e in altra per…. effettivamente non mi ricordo bene le motivazioni, ma ero l’unica tra tutti e sei che non faceva windsurf; così rimanevo la maggior parte del tempo in spiaggia con l’uno o con l’altro e se non stavo in spiaggia mi pucciavo in mare, per poi scoprire che, essendo maggio, l’acqua era ancora freddina.
Mi ricordo di due episodi particolarmente belli di quelli vacanza; una volta andammo tutti quanti al supermercato e comprammo il granchio, che poi mio padre cucinò e con varie salse strane lo fece diventare uno dei piatti più buoni mai mangiati. A dirla così potrebbe sembrare una cosa banale, ma all’epoca vedere mio padre cucinare il granchio, spolparlo e condirlo con le salse, non era roba da poco. Un altro ricordo molto vivo è di un giorno nel quale l’amica di mia madre, con cui già all’epoca avevo molta confidenza, mi fece un massaggio, ma non di quelli veloci fatti così giusto per farli, senza voglia e senza impegno; fu uno di quei massaggi dove ci si sdraia sul lettino e ci si abbandona completamente senza pensare più a nulla, non che a quell’età avessi molte cose a cui pensare. Oltre a questi episodi in particolare la vacanza fu composta essenzialmente da mare, amici e tante risate, proprio come a parer mio dovrebbe essere una vacanza. Non so per quale preciso motivo mi sia rimasto in mente questo avvenimento, forse per la buona compagnia o per il posto a dir poco fantastico o per entrambe le cose. Quello che so per certo è che quella vacanza, quel posto e quelle persone mi rimarranno sempre nel cuore.
Da bravi windsurfisti quali eravamo, e tutt’ora siamo, dovevamo farci assolutamente riconoscere. All’epoca non facevo ancora windsurf, in certa parte per paura e in altra per…. effettivamente non mi ricordo bene le motivazioni, ma ero l’unica tra tutti e sei che non faceva windsurf; così rimanevo la maggior parte del tempo in spiaggia con l’uno o con l’altro e se non stavo in spiaggia mi pucciavo in mare, per poi scoprire che, essendo maggio, l’acqua era ancora freddina.
Mi ricordo di due episodi particolarmente belli di quelli vacanza; una volta andammo tutti quanti al supermercato e comprammo il granchio, che poi mio padre cucinò e con varie salse strane lo fece diventare uno dei piatti più buoni mai mangiati. A dirla così potrebbe sembrare una cosa banale, ma all’epoca vedere mio padre cucinare il granchio, spolparlo e condirlo con le salse, non era roba da poco. Un altro ricordo molto vivo è di un giorno nel quale l’amica di mia madre, con cui già all’epoca avevo molta confidenza, mi fece un massaggio, ma non di quelli veloci fatti così giusto per farli, senza voglia e senza impegno; fu uno di quei massaggi dove ci si sdraia sul lettino e ci si abbandona completamente senza pensare più a nulla, non che a quell’età avessi molte cose a cui pensare. Oltre a questi episodi in particolare la vacanza fu composta essenzialmente da mare, amici e tante risate, proprio come a parer mio dovrebbe essere una vacanza. Non so per quale preciso motivo mi sia rimasto in mente questo avvenimento, forse per la buona compagnia o per il posto a dir poco fantastico o per entrambe le cose. Quello che so per certo è che quella vacanza, quel posto e quelle persone mi rimarranno sempre nel cuore.