Caie di Elena P.

Mi ricordo piuttosto bene il periodo subito prima e poi la nascita di mio fratello; avevo 4 anni e mezzo, e rivedo il giorno in cui, dopo molto tempo che aveva il pancione, la mamma, accompagnata da papà, usciva dal cancello del nostro giardino salutandoci. C’era mia nonna, ma quando dalla finestra della cucina li vidi uscire, mi sentii sola, rimasi ad aspettare con mia sorella. I tre-quattro giorni seguenti siamo rimaste a casa con papà, ma a me sono sembrati molto tempo. Ricordo che lui ci mostrava dei video dal suo computer della mamma e Lorenzo; la mamma parlava a bassa voce, Lorenzo ogni tanto dormiva e ogni tanto no; mi ricordo la sua tutina gialla, la mamma che ci chiedeva come stavamo e ci faceva vedere Lorenzo rimarcando tutte le somiglianze fisiche con me e mia sorella, e altre cose di questo genere... Ricordo che io e mia sorella Chiara (la Tati) mentre vedevamo i video urlavamo rispondendo e parlando come se la mamma fosse stata proprio lì, o almeno “in diretta”.
I miei ricordi ora si spostano a casa della nonna Mimma, dove stiamo aspettando che il nostro fratellino, la mamma e papà arrivino. “ARRIVANO, ARRIVANO!” a un certo punto dice la nonna; siamo uscite sul poggiolo, e ho visto dall’alto mamma, papà e un seggiolino con la copertina bianca uscire dalla nostra macchina rossa. Io e mia sorella ci sbracciavamo per salutarli, e poi li abbiamo aspettati in casa; quando sono arrivati, hanno messo Lorenzo nella culla di vimini della nonna, ed eravamo tutti intorno a guardarlo. Poi ci siamo sedute sul divano e lo abbiamo preso in braccio: era piccolissimo, tiepido e morbidino. Era molto tenero averlo in braccio ma anche strano, nuovo… oltre al fatto che avevo paura di tenerlo male e così stavo davvero molto attenta. 

Per il battesimo, abbiamo usato dei disegni miei e di mia sorella, in cui era raffigurato Lorenzo, da stampare sulle bomboniere. Mi ricordo un pochino di quel giorno, o almeno della festa dopo la cerimonia, che avevamo organizzato con molti stuzzichini, palloncini e un tavolo per i bimbi con giochi, fogli, pennarelli, matite e immagini da colorare. Di lì a un anno, o poco più, Lorenzo sarebbe diventato Caie, nome che si è dato quando una signora gli ha chiesto come si chiamava, e nonostante la mamma continuasse a scandire “Lorenzo” per farglielo dire, niente da fare: “Caie”; rispondeva solo così.
E così è diventato il nostro Caietto.