L'annunciazione di Giusto d'Alemagna (Fioretti)

Scattata dal vivo da me

                   
                     Giusto d'Alemagna

Giusto d'Alemagna è stato un pittore tedesco. Fu sicuramente attivo a Genova nel 1451, dove era stato chiamato dai mercanti di lana Emanuele e Lionello Oliva Grimaldi e incaricato della realizzazione di un affresco nel loggiato del chiostro di Santa Maria di Castello. L'opera, situata nella cosiddetta Loggia dell'Annunciazione, raffigura Maria che riceve l'Annunciazione da parte dell'Arcangelo Gabriele. L'affresco riporta la firma "JUSTIS DE ALLA/MAGNA PINX/IT 1451 CRDZ" che ha permesso la sua certa attribuzione. La sigla CRDZ è stata interpretata come "Civis Ravensburgensis De Zella", a significare che la famiglia dell'artista proveniva dalla cittadina di Radolfzell am Bodensee, non lontana da Ravensburg, sul Lago di Costanza.

È noto che Giusto d'Alemagna tornò a Ravensburg nel 1452, in seguito alla morte del padre.

Alcuni documenti del 1451 testimoniano che a Genova egli fu incaricato anche della realizzazione di un polittico raffigurante San Sebastiano commissionato da Antonio Caffarotto, ma l'opera è andata perduta. Lo storico dell'arte Friedrich Winkler lo considera autore di un polittico con Storie della Vergine. Le tavole raffiguranti Santa Barbara e Santa Caterina sono conservate al Museo Correr di Venezia, una serie di quattro tavole con Santa Margherita, l'Annunciazione, la Visitazione e Santa Dorotea si trovano presso la Galleria Estense di Modena e una tavola con la Nascita della Vergine è conservata presso l'università di Liegi in Belgio.

Descrizione dell'affresco

L'affresco, realizzato tra il 1340 e il 1347, mostrano una Crocifissione, dietro l'altare, e una Natività sulla parete sinistra. La terza parete, come accennato, presentava l'Annunciazione, e venne abbattuta all'inizio del Novecento, anche perché illeggibile almeno dal XVIII secolo: si trattava infatti della parete verso l'esterno, la più esposta all'umidità.

L'ambiente è tra i meglio conservati del chiostro. Il dipinto mostra una notevole qualità, confrontabile con altri lavori dell'artista eseguiti per la cappella Maggiore, nascosti per secoli dagli affreschi del Ghirlandaio e ritrovati durante la campagna di restauri condotta a ridosso della seconda guerra mondiale. I frammenti di tale decorazione sono oggi conservati nel museo della basilica, nella cappella degli Embriachi.