Il signor Blanco Lopez era un uomo sui 30 anni, capelli marroni, occhi verdi, un po’ in sovrappeso. Era un detective della polizia, ma aveva studiato per diventare medico legale. Era molto bravo a fare gli interrogatori e a riconoscere il colpevole tra i sospettati, ma aveva anche il difetto di dimenticarsi facilmente i nomi delle persone. Aveva un animale da compagnia, un po’ insolito: un pappagallo di nome Flin, molto intelligente e chiacchierone che lavorava sempre al suo fianco.
Quando arrivò davanti alla casa della signora Baretti, gli venne una certa acquolina, perché fu attirato dall’odore irresistibile di una panetteria, ma, sapendo che non si poteva permettere distrazioni durante il lavoro, aspettò la scientifica per poi salire in casa. Appena entrarono nella camera da letto della signora Baretti la scientifica trovò il cadavere dentro l’armadio, ma Blanco, prima di analizzarlo, descrisse sul suo taccuino la camera.Un calorifero bianco si trovava a sinistra della stanza davanti ad una lampada, a sua volta davanti ad una finestra, uguale a quella presente a destra della stanza. Al centro era presente un tappeto beije, con sopra una poltrona e accanto un tavolino di legno; ma per il momento non trovò nessun indizio. A destra della porta c’era una scrivania a “elle” con una seggiolina di legno, quasi caduta a pezzi. Mentre si avvicinava al letto matrimoniale della signora Baretti vide un orologio maschile, a questo punto chiamò Sergio, un uomo della scientifica, e gli disse di portare ad analizzare quell’orologio; proseguì fino al letto della vittima, senza trovare indizi. Finita l'ispezione della stanza iniziò as analizzare il cadavere, che poco prima era caduto dall’armadio: donna di circa 50 anni, razza caucasica, uccisa circa tre ore prima, segno evidente al cranio, con frattura dell’osso occipitale. Mentre la scientifica finiva di ispezionare le ultime cose, Blanco notò che sulle ante dell’armadio erano presenti delle impronte di sangue, che, dalle dimensioni, erano presumibilmente di un uomo; allora convocò nuovamente Sergio e gli disse di fare analizzare anche quelle.
"Qua ho finito, vado in commissariato" annunciò Blanco uscendo dalla stanza.
Appena entrò in commissariato, Blanco andò nel suo ufficio per riflettere e per scrivere delle ipotesi da mostrare a Calligaris, il capo della polizia.
Secondo Blanco la signora Baretti era stata uccisa verso le 7:00 del mattino, con un oggetto appuntito di metallo e l’assassino, dopo il crimine, aveva riordinato la stanza, nascosto il cadavere nell'armadio e poi se n'era andato.
Calligaris confermò la sua ipotesi e gli disse di andare a ritirare i risultati di tutti gli esami, svolti all’istituto di medicina legale.
Blanco, entrato nell’istituto, venne accolto da Sergio, il quale gli annunciò che il DNA presente sull’orologio, sulla vittima e quello delle impronte era compatibile.
Inoltre i risultati dell’autopsia svolta da Sergio, affermarono che nel cranio erano presenti frammenti di rame, da questi indizi Blanco capì che l’assassino aveva usato una statuetta di rame per uccidere la signora Baretti; a questo punto non gli restava che scoprire l’assassino.
Blanco tornò in commissariato e disse ad Enrico, il segretario, di rintracciare il telefono della vittima, di controllare le ultime chiamate, per poter risalire ad un possibile litigio con un parente o con una qualsiasi persona con cui la signora Baretti fosse in conflitto.
Blanco annunciò di avere bisogno di pausa, così andò al bar per pranzare, dove non ebbe neanche il tempo di assaporare il proprio panino, che venne chiamato da Calligaris, il quale gli disse che avevano trovato qualcosa.
Allora Blanco finì di mangiare e tornò in commissariato. Insieme a Calligaris ed Enrico riascoltarono una conversazione, registrata dal telefono della vittima, tra la signora Baretti e un uomo, il sospettato. In questa discussione i due stavano parlando di un debito, che l’uomo doveva alla vittima. Quest’uomo si chiama Renato Tullio, immediatamente fu sospettato della polizia, anzi fu l’unico sospettato, perché la signora Baretti non aveva né parenti né amici con cui fosse legata, quindi rimaneva solo quest’uomo. Renato Tullio aveva un debito con la vittima, perché le doveva dei soldi per un lavoro, ma evidentemente non li aveva e per non rischiare di essere denunciato, l'aveva uccisa.
Ovviamente questa teoria era da verificare, così Blanco rintracciò Renato Tullio e lo convocò all’istituto di medicina legale, per fare un test del DNA. Quando arrivò all’istituto c’era già la polizia insieme alla specializzanda che gli avrebbe fatto il test del DNA. Dopo il test Blanco lo portò in commissariato dove gli fecero un interrogatorio.
Blanco iniziò dicendo :<<Ricordi dov’eri questa mattina verso le 7:00? >> e il sospettato rispose :<< No >> allora Blanco disse :<< Molto bene visto che non vuoi collaborare ti farò l’ultima domanda>> Blanco sapeva perfettamente che cosa chiedere per ottenere la risposta che voleva. Disse :<<Se sai se è morta la signora Baretti dimmi come fai a saperlo.>> a questo punto Renato Tullio disse :<< Si, so che è morta e lo so perché girano tante voci in giro>> Blanco capì subito che era lui l’assassino, perché la signora Baretti era una persona che non aveva rapporti con nessuno e non era vero che giravano voci. Però per averne la certezza doveva andare a ritirare i risultati del test del DNA.
Appena arrivò all’istituto di medicina legale Alice, una specializzanda gli consegnò i risultati e, guarda caso, coincidevano perfettamente con il DNA presente sulla vittima e su tutti gli altri oggetti.
Appena Blanco tornò in commissariato dichiarò Renato Tullio in arresto per l'omicidio e gli disse:<<La prossima volta inventati scuse un po’ più credibili.>>
Blanco uscì dal commissariato tutto fiero di sé e si fece i complimenti per aver risolto un altro caso insieme a i suoi colleghi e per finire in bellezza offrì a tutti una bella cenetta al ristorante.
Quando arrivò davanti alla casa della signora Baretti, gli venne una certa acquolina, perché fu attirato dall’odore irresistibile di una panetteria, ma, sapendo che non si poteva permettere distrazioni durante il lavoro, aspettò la scientifica per poi salire in casa. Appena entrarono nella camera da letto della signora Baretti la scientifica trovò il cadavere dentro l’armadio, ma Blanco, prima di analizzarlo, descrisse sul suo taccuino la camera.Un calorifero bianco si trovava a sinistra della stanza davanti ad una lampada, a sua volta davanti ad una finestra, uguale a quella presente a destra della stanza. Al centro era presente un tappeto beije, con sopra una poltrona e accanto un tavolino di legno; ma per il momento non trovò nessun indizio. A destra della porta c’era una scrivania a “elle” con una seggiolina di legno, quasi caduta a pezzi. Mentre si avvicinava al letto matrimoniale della signora Baretti vide un orologio maschile, a questo punto chiamò Sergio, un uomo della scientifica, e gli disse di portare ad analizzare quell’orologio; proseguì fino al letto della vittima, senza trovare indizi. Finita l'ispezione della stanza iniziò as analizzare il cadavere, che poco prima era caduto dall’armadio: donna di circa 50 anni, razza caucasica, uccisa circa tre ore prima, segno evidente al cranio, con frattura dell’osso occipitale. Mentre la scientifica finiva di ispezionare le ultime cose, Blanco notò che sulle ante dell’armadio erano presenti delle impronte di sangue, che, dalle dimensioni, erano presumibilmente di un uomo; allora convocò nuovamente Sergio e gli disse di fare analizzare anche quelle.
"Qua ho finito, vado in commissariato" annunciò Blanco uscendo dalla stanza.
Appena entrò in commissariato, Blanco andò nel suo ufficio per riflettere e per scrivere delle ipotesi da mostrare a Calligaris, il capo della polizia.
Secondo Blanco la signora Baretti era stata uccisa verso le 7:00 del mattino, con un oggetto appuntito di metallo e l’assassino, dopo il crimine, aveva riordinato la stanza, nascosto il cadavere nell'armadio e poi se n'era andato.
Calligaris confermò la sua ipotesi e gli disse di andare a ritirare i risultati di tutti gli esami, svolti all’istituto di medicina legale.
Blanco, entrato nell’istituto, venne accolto da Sergio, il quale gli annunciò che il DNA presente sull’orologio, sulla vittima e quello delle impronte era compatibile.
Inoltre i risultati dell’autopsia svolta da Sergio, affermarono che nel cranio erano presenti frammenti di rame, da questi indizi Blanco capì che l’assassino aveva usato una statuetta di rame per uccidere la signora Baretti; a questo punto non gli restava che scoprire l’assassino.
Blanco tornò in commissariato e disse ad Enrico, il segretario, di rintracciare il telefono della vittima, di controllare le ultime chiamate, per poter risalire ad un possibile litigio con un parente o con una qualsiasi persona con cui la signora Baretti fosse in conflitto.
Blanco annunciò di avere bisogno di pausa, così andò al bar per pranzare, dove non ebbe neanche il tempo di assaporare il proprio panino, che venne chiamato da Calligaris, il quale gli disse che avevano trovato qualcosa.
Allora Blanco finì di mangiare e tornò in commissariato. Insieme a Calligaris ed Enrico riascoltarono una conversazione, registrata dal telefono della vittima, tra la signora Baretti e un uomo, il sospettato. In questa discussione i due stavano parlando di un debito, che l’uomo doveva alla vittima. Quest’uomo si chiama Renato Tullio, immediatamente fu sospettato della polizia, anzi fu l’unico sospettato, perché la signora Baretti non aveva né parenti né amici con cui fosse legata, quindi rimaneva solo quest’uomo. Renato Tullio aveva un debito con la vittima, perché le doveva dei soldi per un lavoro, ma evidentemente non li aveva e per non rischiare di essere denunciato, l'aveva uccisa.
Ovviamente questa teoria era da verificare, così Blanco rintracciò Renato Tullio e lo convocò all’istituto di medicina legale, per fare un test del DNA. Quando arrivò all’istituto c’era già la polizia insieme alla specializzanda che gli avrebbe fatto il test del DNA. Dopo il test Blanco lo portò in commissariato dove gli fecero un interrogatorio.
Blanco iniziò dicendo :<<Ricordi dov’eri questa mattina verso le 7:00? >> e il sospettato rispose :<< No >> allora Blanco disse :<< Molto bene visto che non vuoi collaborare ti farò l’ultima domanda>> Blanco sapeva perfettamente che cosa chiedere per ottenere la risposta che voleva. Disse :<<Se sai se è morta la signora Baretti dimmi come fai a saperlo.>> a questo punto Renato Tullio disse :<< Si, so che è morta e lo so perché girano tante voci in giro>> Blanco capì subito che era lui l’assassino, perché la signora Baretti era una persona che non aveva rapporti con nessuno e non era vero che giravano voci. Però per averne la certezza doveva andare a ritirare i risultati del test del DNA.
Appena arrivò all’istituto di medicina legale Alice, una specializzanda gli consegnò i risultati e, guarda caso, coincidevano perfettamente con il DNA presente sulla vittima e su tutti gli altri oggetti.
Appena Blanco tornò in commissariato dichiarò Renato Tullio in arresto per l'omicidio e gli disse:<<La prossima volta inventati scuse un po’ più credibili.>>
Blanco uscì dal commissariato tutto fiero di sé e si fece i complimenti per aver risolto un altro caso insieme a i suoi colleghi e per finire in bellezza offrì a tutti una bella cenetta al ristorante.